Dirigere La SCUOLA N.5/2022

Ineducati o maleducati?... Maleducati!!!

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

 

Un tempo si faceva una intuitiva e sottile distinzione tra i termini “ineducato” e “maleducato”. Il primo termine si riferiva al bambino/ragazzo che, pur avendo avuto genitori in qualche modo attenti alla sua educazione, si comportava in maniera riprovevole; il secondo termine si riferiva in particolare al bambino/ragazzo che aveva ricevuto una cattiva educazione e si comportava in maniera scorretta, uno screanzato. Col primo termine si assolvevano in gran parte i genitori mentre col secondo venivano apostrofati paritariamente ai propri figli.

Rimuginavo su questi termini sulla spinta di episodiche hanno coinvolto due insegnanti, uno di scuola primaria e l’altro di scuola secondaria di secondo grado, loro malgrado coinvolti in due vicende singolari quanto imbarazzanti proprio in seguito al comportamento di alunni certamente “non bene educati”.

La prima vicenda riguarda la strana storia della maestra condannata per avere sgridato gli alunni perché imbrattavano i muri dei bagni con le feci. Il fatto era accaduto in una scuola primaria del parmense e la maestra (sessantenne e supplente) era stata denunciata in seguito alle proteste di alcuni genitori, che avrebbero ritenuto il suo atteggiamento troppo severo rispetto al gesto commesso dai propri figli. L’insegnante, avvertita dalla collaboratrice scolastica, infatti, avrebbe rimproverato gli alunni (di una classe quinta primaria) per avere imbrattato le pareti dei wc dell’istituto e quei rimproveri non sarebbero stati graditi dalle rispettive famiglie che, anziché chiedere un chiarimento alla docente, hanno preferito denunciare l’accaduto ai carabinieri della stazione locale e poi adire le vie legali. 

La maestra si è difesa affermando di aver solo minacciato i bambini di raccontare del loro comportamento ai genitori. Finita in giudizio per abusi dei mezzi di correzione, dopo un processo durato 4 anni, nonostante la Procura avesse chiesto l’assoluzione della docente, il Tribunale di Parma l’ha condannata a un mese e 20 giorni di carcere, con beneficio della sospensione e della non menzione.

Commenti? Sorvoliamo! Al di là delle motivazioni della sentenza, che ignoriamo al momento della stesura di queste note, possiamo comunque riflettere sul comportamento di quei bambini e dei loro genitori. Ineducazione o maleducazione?

La seconda vicenda riguarda un professore di un istituto superiore del pistoiese, minacciato da uno studente quindicenne con una pistola giocattolo per “vendetta”, in quanto colpevole di avergli messo “troppe note”. Il professore, lì per lì, aveva fatto passare la cosa sotto silenzio, ma si è trovato costretto a reagire allorché il video della situazione, girato dai compagni di classe, ha cominciato a circolare di chat in chat e condivisioni arrivando anche ai poliziotti del commissariato locale. La denuncia si è resa necessaria per assumere un profilo non tanto punitivo quando educativo, inscrivendosi tra le iniziative di sensibilizzazione contro il bullismo, il cyber bullismo ed altri temi che l’istituto porta avanti da tempo.

Commenti? Ineducazione o maleducazione degli studenti, sia dell’autore del gesto sia dei compagni che hanno girato e diffuso il video? E i loro genitori?

Accanto a questi due episodi che coinvolgono più specificamente gli alunni, è il caso di aggiungerne un altro, anch’esso recentissimo ed emblematico, che coinvolge un gruppo di tre maestre di un istituto di Roma che, su WhatsApp, hanno prima palesato il dispiacere per il ritorno in classe del bambino con sindrome autistica assente per Covid: “Domani ce tocca”, “Magari torna miracolato”, “Ma lui è tornato? Così mi preparo all’evento”; e poi hanno esultato alla notizia che il bambino risultava ancora positivo al tampone e che, quindi, non sarebbe certamente rientrato a scuola: “La giornata comincia bene”, “Mi spiace per loro ma a noi ci dice bene”.

Commenti? Per carità… comunque, anche in questo caso: ineducazione o maleducazione, oltre a tutto quel che giustamente ci sarebbe da pensare in merito alla sensibilità umana e alla professionalità di queste “strane” maestre?

Vado per le vie brevi: in tutti e tre i casi non abbiamo remore a parlare di gravi espressioni di maleducazione. Perché ad un certo punto della storia abbiamo smesso di dare valore all’educazione e abbiamo accettato supinamente di essere fatti bersaglio continuo di comportamenti non solo maleducati ma anche lesivi e anche oltre i limiti dell’azione legale? Il degrado della scuola ha certamente molto a che fare con la confusa e maldestra attenzione progettuale dell’amministrazione centrale, colpevole di disattenzioni e velleità politiche che hanno smembrato un sistema che aveva comunque suoi equilibri e suoi perché per avventurarsi, impoverita e bislacca, su un percorso di smantellamento e rammendi improvvisati; disattenzione che si è accanita sul personale scolastico sempre più gravato di esigenze dell’ultim’ora e sempre meno considerato nelle funzioni e nel riconoscimento economico, al punto che - è lecito sostenere - la scuola ha smarrito il suo stesso senso.

Al di là di queste considerazioni, è opportuno che la scuola consideri come porre un argine alla maleducazione imperante e alla “mancanza di rispetto” (punta dell’iceberg di una “maleducazione” meno appariscente ma ben più ampia) di cui tropo spesso si legge Riappropriarsi del tono educativo che le è proprio si configura come indispensabile, rivedendosi dall’interno, quindi identificando l’educazione come valore trasversale che deve accompagnare il “fare scuola” insieme ai comportamenti, ai costumi, ai linguaggi e alla comunicazione per andare ad incidere sui comportamenti degli alunni e dei loro genitori. Riguardo a questi ultimi, forse sarebbe il caso di progettare stabilmente momenti di confronto e formativi sull’impegno istituzionale della scuola al fine di chiarire il funzionamento e l’impegno che vi si esplicano in ragione degli studenti, persone in continuo divenire; incontri da gestire anche con persone qualificate - psicologi, pedagogisti, medici, tutori dell’ordine - per offrire informazioni e spunti di riflessione sull’evoluzione degli alunni nelle loro diverse età,sulla relazione educativa, sulla comunicazione, sulle legittime attese dei genitori e della scuola. 

Cominciamo da qui e mettiamo un po’ da parte l’assillo dei compiti, dei programmi, del fare scuola pensando che, comunque, in fondo può andar bene così! Avviciniamo i genitori alla scuola, condividiamo con loro il progetto educativo e stabiliamo un linguaggio comune.

 

Panoramica degli articoli di questo numero.

Particolarmente suggestivo il titolo dell’articolo di Michela Lella, “Una dirigenza con la porta aperta”, nel quale ci si proietta oltre la pandemia, quando si dovranno fare i conti con gli effetti prodotti sulle persone, una diffusa fragilità di difficile gestione, al punto da richiedere l’attuazione di percorsi terapeutici specifici. Le finalità che il sistema scolastico dovrebbe perseguire, allora, richiederanno che le scuole si riconoscano quali istituzioni in grado di migliorare un proprio percorso di sviluppo caratterizzato dalla specifica organizzazione lavorativa e dalle distinte modalità di fare scuola. 

 

“Sul personale della scuola non vaccinato: un Legislatore generoso e il rilancio dei beneficiati” è la riflessione che Francesco G. Nuzzaci fa sul decreto legge n. 24 del 24 marzo 2022, con il quale si dettano le disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia. Punto di forte criticità apparve fin da subito quello riguardante i docenti privi di Green pass rafforzato, cioè non vaccinati, ai quali viene precluso lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli studenti fino al 15 giugno 2022, senza però esprimersi sul loro orario di servizio.

 

Gianluca Dradi tratta degli “Esami di Stato del secondo ciclo a.s. 2021/2022” proponendo uno schema riassuntivo delle attività necessarie per lo svolgimento dell’esame e fornendo anche alcuni esempi di possibili criteri per l’attribuzione del punteggio integrativo e della lode. I criteri suggeriti, una volta approvati, sono tali da operare in automatico senza bisogno di discuterli di volta in volta.

 

Vittorio Trifoglio incentra il suo intervento su “La gestione delle procedure di acquisto di beni e servizi nei progetti PON”. L’articolo è corredato di modello di “Decreto superamento principio di rotazione”, di modello del “Provvedimento di Deroga all’obbligo di ricorso alle Convenzioni Consip S.p.A.”, di modello della “Determina a contrarre per l’acquisto di beni e servizi per la realizzazione progetti PON”.

 

Pasquale Annese propone “Le opportunità offerte dall’affidamento diretto alla luce dell’accelerazione e semplificazione della spesa di cui al PNRR”, in stretto collegamento con il precedente contributo pubblicato sulla rivista di febbraio e che si invita a consultare per i dovuti approfondimenti.

 

Luciana Petrucci Ciaschini propone la terza parte de “L’anno di formazione e di prova del personale docente” focalizzando l’attenzione sulle proroghe, ovvero sulle situazioni in cui il periodo di formazione e di prova viene prorogato. A corredo un fac-simile di modello di decreto per proroga anno di formazione e di prova per insufficienza dei requisiti di durata e un fac-simile di Decreto di esito sfavorevole del periodo di prova e di formazione.

 

Anna Armone espone le ragioni del “Perché la giurisprudenza contabile è ‘buona’ con i docenti nei casi di omessa vigilanza”, proponendo una ricostruzione del pensiero dei giudici sulla materia anche attraverso l’analisi delle sentenze pro e contro.

 

“L’educazione antimafia... ripudiando la guerra” intercetta il contributo di Filippo Cancellieri, collegando tra loro la giornata della legalità del prossimo 23 maggio - a trent’anni dagli attentati ai giudici Falcone e Borsellino - ed il sanguinoso conflitto russo-ucraino con la conseguente destabilizzazione socio-economica dell’Europa e il rischio di uno scontro atomico globale. Fenomeni entrambi da studiare anche in prospettiva transnazionale e degli inviluppi criminali nelle istituzioni, nell’economia, nella società, Il contributo della scuola può risultare  determinante per capire e disvelare questi intrighi, ma soprattutto per promuovere azioni concrete sul piano preventivo.

 

Per la Scuola in Europa, Mario Di Mauro si chiede “Cosa può la scuola nel furore cieco tra Occidenti”? La questione Ucraina è forse solo una falsa lettura della grande civiltà europea alla quale tutti apparteniamo. A quanto pare si va ponendo come problema la stessa propria lingua madre, quello per tutti sempre creduto il ‘marchio di fabbrica’ di una popolazione. E la questione sembra essere cruciale, persino rispetto alla propria esistenza e sopravvivenza. La domanda è d’obbligo dunque: si tratta di forma solo regionale l’ucraino? Un dialetto locale della lingua russa o c’è dell’originalità nella sua propria riconosciuta musicalità come tra i linguisti si sostiene, la tipicità di un parlato ucraino in sè? Tale da scatenarci una vera e propria guerra distruttiva di vite umane? 

 

Per la rubrica di Psicologia, Vittorio Venuti propone “L’immagine tra il successo e l’insuccesso scolastico”, riflettendo sulle ragioni che possono indurre uno studente a perseguire l’insuccesso scolastico pur possedendo le abilità necessarie per riuscire bene. Da qui l’importanza di tener sempre conto dell’immagine di sé che caratterizza ciascun alunno e che - a parte l’innegabile incidenza dei genitori - dipende anche dalla considerazione che gli insegnanti, a loro volta, gli rimandano. Gli effetti che l’immagine di sé ha sui comportamenti e sulle scelte dell’alunno sono notevoli, al punto da condizionarne il suo stesso futuro.


Per lo Sportello Assicurativo, Valentino Donà chiarisce l’interrogativo “Affidamento Diretto o Procedura Negoziata per la stipula del contratto di assicurazione?”. L’argomento conforta la scadenza delle polizze assicurative che avverrà nei prossimi mesi e che chiamerà i dirigenti a predisporne gli atti del rinnovo.

La Casa Editrice Euroedizioni Torino S.r.l. è una società che si occupa prevalentemente di problemi organizzativi e gestionali delle scuole di ogni ordine e grado, sia sotto l'aspetto pedagogico-didattico che sotto quello amministrativo-contabile; a tal fine fornisce informazioni, consulenza, riferimenti interpretativi, formazione anche on line, supporti operativi, edizione di testi per la gestione delle istituzioni scolastiche, manuali per la preparazione ai concorsi del personale scolastico. 

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