Dirigere La SCUOLA N.12/2022

Al via la scuola dell’Istruzione e del Merito

Editoriale di Vittorio Venuti

(Dirigere La Scuola n.12/2022)

Dal Ministero della Pubblica Istruzione siamo passati prima al Ministero dell’Istruzione - con sottintesi intuibili ma mai espressi - e, adesso, al Ministero dell’Istruzione e del Merito, questa volta con una preziosa indicazione che ci proviene dallo stesso neoministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara che, insediandosi, ha dichiarato che tale denominazione è “chiaro messaggio politico”, come a dire: “chi vuol intendere intenda”. Non vogliamo entrare qui nel merito del Merito, in quanto convinti che, se ci si riferisce agli studenti, tutti devono poter essere messi in condizione di “meritare”, ciascuno secondo le proprie dotazioni e disponibilità, specialmente se guardiamo al primo ciclo d’istruzione, quindi confidiamo che si rimuovano gli ostacoli che si frappongono a che ciascuno sia veramente al centro dell’istruzione che gli compete e, dal Nord al Sud, possa frequentare una scuola sicura, bella, accogliente, con laboratori attrezzati, palestra e possibilmente campo gioco, che sappia di nuovo e faccia venir voglia di starci e di ritornarci perché ci si sta bene. Le disuguaglianze, in questo senso, sono più di quanto siano evidenti e la scuola non può permettersi di esserne già per sé stessa origine. Il merito non si misura con i voti e deve essere appannaggio di tutti, senza distinzione.

Se ci riferiamo agli insegnanti, allora confidiamo che questo voglia dire rimuovere la diffidenza e il senso di “fastidio” con cui sono considerati da qualche decennio a questa parte non solo dall’opinione pubblica ma - e questo è più grave - dalla stessa Amministrazione. Se la scuola è considerata come centro nevralgico per il futuro del Paese, allora deve esserlo fino in fondo, al di là delle campagne elettorali, delle convenienze politiche, delle ideologie, delle invenzioni e dei pressappochismi di turno. Occorre rifondare la credibilità sociale della scuola ponendosi al suo fianco e valorizzandola il più possibile con attenzioni che vanno dal riconoscimento della unicità e preziosità della missione che svolgono a quel riconoscimento economico che valorizzi il personale che vi opera e liberandolo dalla supponente superficialità con cui l’opinione pubblica lo tratta.

La scuola è un bene prezioso e irrinunciabile, potenzialmente tratto e risorsa comuni e unificanti di tutto il territorio nazionale, e tale deve aspirare ad essere. Non una scuola della burocrazia e degli adempimenti - come è stata interpretata negli ultimi anni - ma una scuola viva, che sappia interpretare il senso dell’Inclusione e che sia messa nelle condizioni di realizzarla perché tutti gli alunni, nessuno escluso, riceva il meglio possibile; una scuola che riscontri i loro bisogni di crescita, li sostenga nella scoperta di sé stessi e dell’essenzialità dell’altro, sappia arricchirli del desiderio di conoscere e di sapere operando scientemente nel modo a loro più congeniale, con curiosità e creatività; una scuola che aiuti a comprendere e ad impegnarsi con consapevolezza; una scuola che assuma in sé il doveroso e gravoso impegno di orientarli perché trovino il loro posto nel mondo, realtà da interpretare avendone una visione ecologica; una scuola che non sia appannaggio di ideologie di altra parte che non siano i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, gli e le adolescenti che la frequentano.

Panoramica degli articoli:

Anna Armone apre questo numero della rivista con un pezzo destinato al nuovo Ministro dell’istruzione: “Perché non pensare in grande?”. Con un nuovo Governo e un nuovo Ministero, rinominato del “merito”, sarebbe opportuno, se non necessario, prima di pensare a qualche altra riforma, considerare che la vera riforma è rendere credibile l’esistente, cercando di dare soluzioni e risolvere le numerose contraddizioni presenti nell’attuale sistema scolastico.

Vittorio Trifoglio, nel contributo “Le azioni utili a presidiare il PNRR”, evidenzia il complesso degli investimenti che accompagneranno le scuole alla sostanziale modifica del processo di apprendimento-insegnamento attraverso la trasformazione dello spazio fisico, delle attrezzature, delle modalità e dei tempi di insegnamento. Suddiviso in 6 Missioni principali articolate in 16 componenti, il PNRR descrive le priorità di investimento per un arco temporale di 5 anni. I finanziamenti sono assegnati a bando e riguardano la formazione e la transizione completa verso la digitalizzazione. La trattazione è arricchita da uno schema di decreto di nomina del Gruppo di lavoro Piano Scuola 4.0.

Filippo Cancellieri presenta “L’istruzione nell’era del merito”, a seguito della nuova denominazione del ministero dell’istruzione, che ha suscitato molte curiosità e perplessità. Merito in che senso? Il contributo descrive ampiamente le derive che una tale evidenziazione potrebbe provocare e che orientano verso tutt’altra direzione rispetto a quella che il sistema scolastico stava, seppure faticosamente, perseguendo. La sottolineatura del merito vede la luce proprio nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Lorenzo Milani, che provò a ribaltare la prospettiva liberal-liberista della uguaglianza delle opportunità iniziali, nella convinzione che “nulla è più ingiusto che far parti uguali fra diseguali”.

Tullio Faia incentra l’intervento su “Rendicontazione sociale: conclusione di un processo ciclico per la trasparenza, la relazione e la qualità”, richiamando l’attenzione sulla direttiva che inquadra la rendicontazione come momento cardine delle amministrazioni pubbliche - quindi anche della scuola - per rispondere alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni pubbliche o private, così da consentire loro di comprendere e valutare gli effetti dell’azione amministrativa. Il Bilanciosociale può essere considerato il suo strumento principale, in quanto finalizzato a dar conto del complesso delle attività e a rappresentare in un quadro unitario il rapporto fra visione politica (scolastica), obiettivi, risorse e risultati.

Laura Bertocchi e Mario Maviglia propongono una attenta riflessione su “L’agenda del Dirigente scolastico: il tempo come risorsa o come persecuzione?” prendendo spunto dalla notizia, diffusa da un importante quotidiano nazionale, il cui titolo evidenziava che i presidi italiani guadagnano in media più del doppio degli insegnanti, suscitando l’immediata replica congiunta di numerose sigle sindacali, che reputavano il confronto delle retribuzioni metodologicamente sbagliato. L’articolo, quindi approfondisce l’insieme delle varie attività svolte dal DS e la loro frequenza, esaurientemente soffermandosi sulla gestione del tempo e delle responsabilità.

 

Tullio Faia, nel suo pezzo “Il percorso di formazione e di prova del personale docente ed educativo” chiarisce e fornisce opportune indicazioni sulla portata applicativa del  D.M. 226 del 16 agosto 2022, riguardante la definizione del nuovo sistema formativo e di accesso al ruolo per il personale docente ed educativo.

Angelo Orsingher e Carmelo Febbe, in occasione della redazione del programma annuale 2023, propongono una riflessione sulla disciplina e modalità di utilizzo dei contributi volontari delle famiglie nel loro pezzo “I contributi volontari nella scuola”.

 

 Stefano Feltrin si sofferma su “Le problematiche relative alla corretta procedura di affidamento dei contratti di brokeraggio assicurativo” e analizza una delibera di precontenzioso emanata dall’ANAC, l’organo di controllo dei contratti pubblici, fornendo importanti indicazioni interpretative utili per molti altri Istituti Scolastici relativamente alla gestione delle procedure di affidamento.

Mario Di Mauro, per la rubrica La Scuola in Europa, stimola il lettore con l’interrogativo “A quando l’Unione che serve e da tutti attesa ormai da qualche millennio?”. Da Nord a Sud come da Est a Ovest tutti ne fanno parte ma forse senza alcuna coscienza. Sembra che soprattutto una questione prevalga e abbia bisogno di certezze: come avviare all’adultità i giovani così da poterne disporre nel mantenere i livelli di benessere che abbiamo raggiunto. Puntare l’attenzione sull’istruzione si rivela essere la scommessa più ovvia per conseguire risultati certi anche nel futuro. Sul futuro dei sistemi di istruzione nel mondo si prefigurano visioni ottimiste anche per come sono sottoposti ad una problematicità non facile da affrontare.

Gianluca Dradi interviene con “Annullamento, resurrezione e modifica del DI 182/2020”. Si tratta del decreto recante l’adozione del modello PEI e le modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità, con relative Linee Guida, che aveva immediatamente suscitato l’impugnazione da parte di varie associazioni in quanto lesivo dei diritti degli alunni con disabilità, al punto che il TAR Lazio ne disponeva l’annullamento. Su impugnazione del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Economia, il Consiglio di Stato riformava, con sentenza n. 3196 del 26.04.2022, la pronuncia del TAR e resuscitava il DI.

Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, si focalizza su “I 5 atteggiamenti di Thomas R. Hoerr”, autore del libro “Una scuola che educa - 5 atteggiamenti per riuscire a scuola nella vita”, ovvero 5 atteggiamenti che potremmo definire “competenze non cognitive”, e che dovrebbero porsi alla base della progettualità della scuola e delle intenzioni che sostanziano il rapporto insegnamento-apprendimento: Empatia, Autocontrollo, Integrità, Abbracciare la diversità, Grinta. Per prosperare veramente, afferma Hoerr, gli studenti devono sviluppare attributi che in genere non vengono misurati dai test standardizzati e neanche, aggiungiamo, dai risultati conseguiti nello studio delle discipline. Il che ci sembra un ottimo punto di partenza perché comporta un’apertura della visuale che va al di là del contingente.

 

 

Valentino Donà, per lo Sportello Assicurativo, focalizza l’attenzione su “Gli atti vandalici possono essere coperti da polizza assicurativa?”. Gli atti vandalici sono un fenomeno ricorrente e grave per le conseguenze non solo per l’imbrattamento dei muri o la rottura dei vetri all’esterno dell’istituto, ma anche per i danni provocati dall’introduzione di malfattori all’interno dell’edificio producendo rottura e devastazione di locali, apparecchiature e arredamenti.

Luciana Petrucci Ciaschini, per la rubrica Osservatorio Giurisprudenziale, propone il contributo “Negato l’Accesso agli atti richiesto dalla dirigente per conoscere i nominativi di coloro che avevano fatto esposti contro di lei”. Si tratta del caso di una Dirigente scolastica che, avendo ricevuto una nota dall’USR Toscana, con la quale veniva informata che erano pervenute numerose segnalazioni di criticità gestionale relative alla scuola e situazioni di contrasto con organizzazioni sindacali, richiede all’USR di aver accesso alla copia completa degli esposti presentati da allievi e genitori. L’USR fornisce gli atti ma oscura i nominativi dei sottoscrittori. La dirigente va oltre e decide di fare appello al Consiglio di Stato. X

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