La scuola destinata al caos?

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Riflettendo sul dibattito intorno alla scuola e sugli accadimenti che la riguardano, viene da pensare che si stia sempre più concretizzando la prospettiva del “punto limite”, il punto da cui è possibile precipitare ma non più tornare indietro. Fallimento per una nuova rinascita o fallimento per agevolare una visione più confacente all’autonomia regionale di cui tanto e con più convinzione le persone di governo vanno esternando?

Le dichiarate intenzioni del Ministro Valditara confermano che sono in preparazione importanti innovazioni. Dopo l’annunciata riforma che interesserà il mondo del sostegno, il Ministro informa (intervista su Il Messaggero del 9 gennaio 2023) dell’introduzione di un tutor per ogni gruppo classe per gli studenti difficili già dal prossimo anno, figure specializzate per aiutare gli insegnanti e contrastare la dispersione scolastica, oggi al 13,2%. Si prospetta, inoltra, di rendere gli istituti più accoglienti.

Secondo il progetto che si vuole sviluppare, il docente tutor dovrà avere una formazione particolare, essere pagato di più e, “in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”. Parallelamente, specie per quanto riguarda le medie e le superiori, il MIM convergerà l’attenzione sull’orientamento, “che deve dare consigli ai giovani e alle famiglie sulle scelte più opportune sulla prosecuzione degli studi”.

Il Ministro è chiaro: “Occorre cioè da una parte che la scuola sappia individuare le potenzialità dello studente, dall’altra è necessario recuperare informazioni dai territori per conoscere le concrete prospettive formative e occupazionali. La scuola deve far emergere le attitudini dei ragazzi come l’arte socratica della maieutica”.

Per quanto riguarda la valutazione del merito, il Ministro ha informato che, per agevolarla, è stato varato il “portafoglio sintetico dello studente”, ovvero “la narrazione che accompagna i ragazzi e che rappresenta i loro successi, i miglioramenti, le problematicità”; nella consapevolezza che “il voto è un indicatore di un momento, un mezzo, è giusto pensare ad una valutazione complessiva delle attitudini, della partecipazione, dell’impegno, della capacità di saper fare connessioni, della maturazione”.

Tutte preoccupazioni legittime queste del Ministro, che è lecito apprezzare, ancor più perché intervengono a meno di tre mesi dall’insediamento in viale Trastevere. Poco o tanto che possano apparire i tre mesi, comunque si tratterà senz’altro di riflessioni progettuali ben ponderate ed a ragione. Resta da chiedersi, però, se queste siano le risposte ai bisogni di una scuola sempre più in affanno e in sempre più decisa crisi d’identità.

Qualche riflessione è, comunque, opportuno porgerla. Immaginiamo che, definendo con il termine “tutor” la nuova figura di docente in soccorso degli alunni in difficoltà, si sia voluto sottolineare la loro responsabilità di tutela dell’alunno ponendosi a metà tra lo stesso e gli altri docenti. Una figura terza, quindi, come lo è l’insegnante di sostegno per gli studenti con disabilità e, a questo punto, ce ne sfugge il senso. Qual è la differenza? Da quale evidenza risulta l’opportunità della sua necessità? E poi, ancora, come vengono selezionati i docenti tutor e perché dovrebbero avere un trattamento economico diverso dai colleghi? Quale formazione si ipotizzerà e a chi sarà affidata?

Riguardo all’orientamento, dobbiamo rifarci al decreto 22 dicembre 2022 n. 328 concernente l’adozione delle Linee guida per l’orientamento: lascia spazio a qualche perplessità la definizione di “orientamento educativo”, allorché la si sgancia da espressione che intercetta il processo di crescita degli alunni per indirizzarla verso significati che attengono più propriamente a scelte afferenti al mercato del lavoro.

Passando ad altro, ha fatto molto discutere la lettera in cui una mamma finlandese annunciava di aver ritirato i suoi due figli da una scuola italiana dopo solo due mesi, criticando aspramente il nostro sistema d’istruzione. La vicenda ha prodotto una reazione smisurata sui social da parte di dirigenti e insegnanti, coinvolgendo anche il nostro ministro, che si è scomodato per precisare che “La scuola italiana ha docenti e dirigenti di assoluto valore e che con stipendi modesti svolgono un eccellente lavoro”. Ci sembra un po’ poco! Forse si poteva invitare la signora a un confronto anche solo telefonico col ministero, giusto per dimostrare che la scuola ci sta a cuore e capire un po’ più da presso le ragioni dello scontento. Detto ciò, c’è da rilevare che la scuola italiana è diversa da quella finlandese, così come diverse sono le culture, l’organizzazione politica e sociale, la geografia del territorio, la densità della popolazione, l’entità delle risorse riversate sull’istruzione. Ma, al di là di tutto, sarebbe giusto e onesto ammettere che la nostra scuola è in crisi, soffre per il continuo ricambio ai vertici del ministero, per i tagli strutturali che l’affliggono da tempo - e che ancora si annunciano a causa della denatalità -, per una burocrazia elefantiaca e spesso ostile, per un reiterarsi di progetti di riforma e di provvedimenti che hanno fatto deviare il sistema d’istruzione senza un rotta precisa. Un confronto tra i due sistemi d’istruzione, italiano e finlandese, non è proprio possibile, ma la lettera della signora dovrebbe far riflettere, al di là di ogni risentimento, e dovrebbe far riflettere a partire dall’alto.

In chiusura, non possiamo nascondere la nostra perplessità per la scelta del Ministro di denunciare i ragazzi della Rete degli studenti di Milano che, avverso alla decisione dell’INAIL di negare il risarcimento alla famiglia di Giuliano de Seta, morto nell’ambito di un progetto di alternanza scuola lavoro nel settembre 2022 (la cronaca registrerà la morte in stage di altri due studenti), hanno diffuso sui social un comunicato nel quale si affermava: “Noi crediamo sia l’ennesima riconferma di un fatto ormai accertato e palese: lo stato non è interessato alla scuola e men che meno a risolvere un problema ormai palese, ovvero la mancanza di sicurezza nel nostro Paese. Le tre morti sul lavoro che si verificano ogni giorno, oltre ai tre studenti morti in stage, non sono morti bianche, bensì posseggono dei mandanti ben precisi: da Confindustria a Mario Draghi, dall’Inail a Valditara, tasselli che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo. Non si può morire di scuola”.

Il Ministro ha reagito dando mandato ai suoi avvocati “di querelare i responsabili di queste dichiarazioni infamanti e gravemente diffamatorie. Con gli autori di questi comunicati non voglio aver nulla a che fare”. Comprensibile la reazione del Ministro, ma, oltre la reazione, forse sarebbe stato meglio convocare i ragazzi per un confronto e per spiegare come il Ministero abbia inteso o intenda affrontare la questione perché non si verifichino più eventi tragici come quelli che si sono verificati. Avremmo preferito vedere il volto umano del Ministro e apprezzare il suo profilo educativo attraverso la disponibilità al dialogo, superando la contrarietà per la diffamazione subita. Sarebbe stato un bel segnale!

Gli articoli di questo numero.

Vittorio Trifoglio apre con “Linee guida PNRR e fase di progettazione”, nel quale riprende le indicazioni delle linee guida sulla Next Generation Classroom e labs e sulla prevenzione e contrasto della dispersione scolastica per richiamarne gli aspetti essenziali utili in fase di progettazione e per fornire suggerimenti che facilitino la fase di stesura progettuale da parte del team incaricato allo scopo.

Francesco Nuzzaci propone “La rotazione degli incarichi ai dirigenti scolastici secondo la normativa anticorruzione”, una disposizione per la quale in alcune regioni le delegazioni locali della Corte dei Conti hanno anticipato il rifiuto di registrare i contratti dei dirigenti scolastici dopo un certo numero di anni di permanenza nella stessa sede, in ragione del vincolo imposto dalla legge 190/2022, c.d. anticorruzione, che contempla la rotazione periodica dei dirigenti scolastici, ma che, secondo l’ANAC, diventa necessaria allorché si ravvisino specifici di corruzione anche minimale.

Pietro Netti riprende un tema sul quale, di recente, è intervenuto anche il ministro Valditara: “Il divieto del cellulare in classe e la sua effettiva applicazione tra norme, regolamenti, circolari e giurisprudenza”. Tra i commenti che l’articolo propone si evidenzia che il ritiro del telefono da parte del personale dell’istituto, che ne impedisce di fatto l’utilizzo allo studente, può configurare l’ipotesi dei reati di appropriazione indebita ex art. 646 del codice penale, eccesso di potere nonché violazione della normativa sulla privacy. Da qui l’importanza di circoscrivere i limiti del potere di controllo del personale scolastico per evitare di sfociare nella commissione di un illecito penale.

Gianluca Dradi ritorna su un argomento sempre di attualità in “La gestione delle graduatorie per il conferimento delle supplenze”. La questione riguarda i depennamenti e le modifiche dei punteggi a seguito dei controlli sulle autodichiarazioni. Solo quando la dichiarazione infedele riguarda la presenza di un reato ostativo alla costituzione del rapporto o un requisito di ammissione, e quindi laddove l’impiego risulti conseguito grazie ad esso, opererà la decadenza. 

Tullio Faia, da esperto formatore qual è, espone un contenuto che si rivelerà molto utile per i dirigenti scolastici: “Indicazioni minime per la redazione del PEI nella scuola secondaria”. Il modello proposto è stato costruito integrando il modello MI 2020 con alcune pertinenti indicazioni presenti nelle recenti Linee Guida del Ministero della salute, integrate e impreziosite dalle personali conoscenze dell’autore in materia, quindi inserendo indicazioni indispensabili per poter operare in classe. Il modello del PEI viene opportunamente analizzato e commentato in tutte le sezioni.

Raffaella Scibinico, con due interventi “La legge di bilancio 2023: quali le novità in materia di fisco, lavoro, pensioni e scuola” e “Le disposizioni della Legge di Bilancio 2023 per la scuola”, ci offre il panorama completo delle disposizioni sulla nuova legge di bilancio 2023 che riguardano il mondo della scuola, il fisco, il lavoro e la previdenza.

Mario Di Mauro, per la rubrica La Scuola in Europa, propone una seria riflessione sotto il titolo “Scontato certo ma ancora essenziale il libro di testo per un giovane che si apre alla conoscenza e al mondo”. Il presupposto di fondo si racchiude nella declinazione dell’educare che, dovunque si viva e qualunque sia il proprio lavoro, appare come sempre più difficile. Il fuoco dell’intervento si sposta su come il Giappone ha letto gli OOSS (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) guardando al suo locale e decidendo per soluzioni a partire dalla scuola e che motivassero più alla conoscenza e alla sua qualità nell’armonizzarsi al suo dentro che al suo fuori.

Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, tratta di “Didattica inclusiva ed emozioni”, un rapporto che non si può disconoscere e che introduce al problema di come se ne possa o si debba tenerne conto nel processo di valutazione che, comunque, viene rappresentata come indifferibile e difficilmente permeabile alle ragioni delle componenti emozionali che accompagnano la didattica. Emozionare ed emozionarsi nel fare didattica è un obiettivo elevato che ogni docente dovrebbe porsi, perché comporta un coinvolgimento biunivoco nella ricerca e nella costruzione di un sapere che non rimane inerte, ma auto generativo di altre conoscenze significative.

Vincenzo Casella, per lo Sportello Assicurativo, risponde al quesito “Nel caso di peculato, ovvero di appropriazione indebita di danaro pubblico da parte di un dipendente, l’assicurazione scolastica assicura il danno?”. Lo spunto è dato dal caso di un assistente amministrativo che, prima nel ruolo di Direttore S.G.A. e poi in quello di tesoriere, avrebbe distratto, dal Conto Corrente di una scuola, una consistente somma di denaro, per dirottarla sul proprio Conto Corrente. 

La Casa Editrice Euroedizioni Torino S.r.l. è una società che si occupa prevalentemente di problemi organizzativi e gestionali delle scuole di ogni ordine e grado, sia sotto l'aspetto pedagogico-didattico che sotto quello amministrativo-contabile; a tal fine fornisce informazioni, consulenza, riferimenti interpretativi, formazione anche on line, supporti operativi, edizione di testi per la gestione delle istituzioni scolastiche, manuali per la preparazione ai concorsi del personale scolastico. 

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