L’empatia socio-istituzionale, questa sconosciuta!
Editoriale a cura di Vittorio Venuti
Rispondendo a un’interrogazione parlamentare sul contingente di dirigenti scolastici e Dsga, il Ministro Giuseppe Valditara ha spiegato gli effetti della nuova norma sul dimensionamento della rete scolastica previsti dalla legge di bilancio 2023.
Oltre a richiamare l’esigenza di corrispondere al dettato della Legge, in materia di adozione di parametri sul dimensionamento scolastico ai fini del riconoscimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche, il Ministro ha precisato che non prevede chiusure di plessi scolastici e non interviene sui criteri di formazione delle classi, né vuole favorire il rischio di classi pollaio, ma “mira al miglioramento dell’efficienza amministrativa e alla corretta e ordinata gestione delle istituzioni scolastiche”. Peraltro, l’iter previsto dalla norma contempla “il coinvolgimento delle regioni, le quali potranno armonizzare la distribuzione delle istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità, adottando nel contempo alcuni correttivi che tengono conto delle specifiche criticità di alcuni territori: comuni montani, piccole isole, minoranze linguistiche”.
Nulla di nuovo rispetto a quanto già noto. Il “miglioramento” previsto accadrà ineluttabilmente, perché “l’eventuale revisione dei criteri di dimensionamento della rete scolastica, ove ritenuta necessaria, richiederebbe una modifica sostanziale del PNRR, nonché nuove interlocuzioni con la Commissione europea, che dovrebbe validarla, tra l’altro in tempi non utili per l’avvio del prossimo anno scolastico e per il raggiungimento dei traguardi imposti dal PNRR”.
Conclusione: ci si rassegni! Diminuiranno le scuole autonome, quindi Dirigenti e DSA, ma in compenso avremo scuole ancor più complesse, con almeno 900 alunni, e logisticamente articolate e disperse su ancora più plessi, anche molto distanti tra di loro sul territorio. Da qui, a vedere un miglioramento dell’efficienza amministrativa e una corretta e ordinata gestione delle istituzioni scolastiche, ce ne corre!
Possibile che non si riesca a comprendere che la scuola ha bisogno di un sano smantellamento dell’impalcatura burocratica, che si fa sempre più ostile e stravolgente, di una “liberazione” dei docenti dalla vessazione di impegni che sottraggono tempo e infastidiscono la mente e la tranquillità che l’insegnare e la relazione con gli studenti richiedono? Pensiamo che anche a livello ministeriale si dovrebbe elaborare quell’empatia socio-istituzionale che, indirizzata dalla comprensione dei fenomeni e dei riflessi che caratterizzano le dinamiche operative che si intendono mettere in atto, anteponga la valutazione della loro ricaduta sull’altro – inteso come istituzione (nel caso specifico, la scuola) –, quindi sul rispetto e la considerazione che se ne dovrebbe avere.
Invece si viaggia a vista da una parte e dall’altra, senza che, in particolare da una parte, ci si preoccupi di come funzioni l’altra, di cosa abbia realmente bisogno, di quale storia contenga, di quale cultura la definisca. Un punto, quest’ultimo della cultura, sul quale ci si dovrebbe interrogare, perché mai, come da qualche decennio a questa parte la cultura della scuola è stata così sconsideratamente ignorata dai piani Alti della politica, al punto da mettere in discussione il senso stesso della scuola. E questo è grave, molto grave! Se la scuola ha resistito lo deve esclusivamente al personale che ci lavora, Dirigenti e collaboratori, insegnanti, DSGA e personale ATA, quell’altra parte così bellamente data per scontata!
Gli articoli di questo numero:
Michela Lella apre il numero con “Adesso, la scuola ha bisogno dei manager?”, una riflessione che emerge dalla considerazione che le istituzioni scolastiche autonome, in quanto insieme di collettività che collaborano per raggiungere fini istituzionali e, in quanto tali, richiedono un’efficace governance istituzionale, che riesca a coniugare lo sviluppo organizzativo con quello professionale e, al contempo, combini tra loro le pratiche di leadership con le fondamentali azioni di management diffuso.
Maria Rosaria Tosiani introduce a “I rapporti delle scuole con gli enti del terzo settore”, evidenziando l’importanza che le scuole, nell’utilizzare i servizi offerti da tali enti, tengano conto delle nuove norme che li disciplinano, secondo il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 72 del 31 marzo 2021, a seguito dell’intesa sancita nella seduta del 25 marzo 2021 della Conferenza Unificata. Agli enti del terzo settore viene riconosciuta una specifica attitudine a partecipare, insieme ai soggetti pubblici, alla realizzazione dell’interesse generale. Di conseguenza, le amministrazioni pubbliche possono sottoscrivere con le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, iscritte da almeno sei mesi nel registro unico nazionale del Terzo settore, convenzioni finalizzate allo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociali di interesse generale, a condizione che tali convenzioni si rivelino “più favorevoli rispetto al ricorso al mercato”.
Rossella De Luca presenta il “DigComp 2.2. Il nuovo quadro delle competenze digitali dei cittadini e il PNRR”. Il nuovo quadro, rispetto alla versione precedente, ha lo scopo di fornire un’idea comune di cosa sia la competenza digitale, una delle competenze chiave per l’apprendimento permanente e, in particolare, di favorire con esempi i cittadini nell’utilizzo delle tecnologie digitali, in particolare nel lavoro a distanza e nell’impiego dei sistemi guidati dall’Intelligenza Artificiale, attraverso conoscenze, abilità e attitudini, che consentano un utilizzo sicuro e critico.
Vittorio Trifoglio propone “Il PNRR ed il rispetto dei principi del DNSH e dei CAM”, principi che la Guida Operativa - che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicata a fine dicembre 2021 - richiede di soddisfare ogni qualvolta una stazione appaltante acquisti dei beni, compra dei servizi, realizzi delle opere: non arrechino danni significativi agli obiettivi ambientali (DNSH) e adottino Criteri Ambientali Minimi (CAM) volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.
Nicolino Ingenito si sofferma su “Il ruolo degli Organi Collegiali nell’individuazione del personale, a valere sul PNRR 4.0” rilevando che, stante le FAQ del 14 gennaio 2023, emanate dall’Unità di Missione, sono stati ribaltati alcuni punti del Regolamento UE 241/2021, per cui si conviene che il Dirigente scolastico può svolgere il ruolo di Project manager; che il DSGA e il personale ATA possono rientrare nel supporto tecnico operativo al RUP; che all’interno del Gruppo di Progetto, alcune figure di sistema possono essere nominate dal DS; e tutti possono essere retribuiti del 10% delle spese di progettazione, collaudo, supporto tecnico-operativo, direzione e coordinamento.
Ezilda Pepe propone, in “Il Tutor, il Rasoio di Occam e il Generale Tempo”, alcune interessanti considerazioni relativamente alle figure dei docenti Tutor e Orientatori volute dal ministro Valditara, a sostegno, al momento, delle scuole secondarie di secondo grado. Il discorso si avvia dalla situazione del proprio istituto, in particolare ribadendo l’oneroso e impossibile impegno professionale richiesto, che si aggraverà ulteriormente nel prossimo anno scolastico, allorché, per le classi del triennio, per tutti gli studenti, sarà introdotta, in maniera implicita e obbligatoria, la certificazione delle competenze.
Giacomo Mondelli e Giuseppe Capozza scrivono “Sui compiti a casa”, proponendo elementi di riflessioni che si proporranno in due puntate. In questo primo intervento si effettua la lettura di alcuni atti amministrativi che, pur lontani nel tempo, comunque risultano lungimiranti e sorprendentemente contemporanei riguardo proprio alla questione dei compiti a casa; si tratta della circolare ministeriale n. 2/1964, nella quale si afferma la supremazia del lavoro in aula rispetto a quello fatto a casa, e della circolare ministeriale n. 177 del 1969, nella quale si mette in evidenza sia la necessità che bambine/i e ragazze/i abbiano a disposizione personale del “tempo libero” da utilizzare nel modo che ritengono più opportuno e in riferimento ai propri interessi e alle particolari vocazioni, sia l’importanza della loro partecipazione ad attività ludiche, sportive, artistiche e culturali.
Anna Armone tratta dei “Servizi cloud PA: le linee guida EDPB per la conformità privacy” evidenziando, con la consueta chiarezza, alcuni punti di interesse per la scuola. Nel 2023 L’European Data Protection Board (EDPB) ha pubblicato il report avente per oggetto il tema dell’utilizzo del cloud nel settore pubblico, avendo come obiettivi: di promuovere la conformità al GDPR di prodotti/servizi fondati su soluzioni cloud da parte del settore pubblico; generare una visione approfondita e consentire un follow up mirato a livello europeo; promuovere best practies attraverso coordinate così da garantire un’adeguata protezione dei dati personali trattati. Relativamente alle istituzioni scolastiche, tale azione, peraltro tecnicamente molto complessa, porterebbe, se realizzata individualmente, ad una moltiplicazione dispendiosa della stessa operazione, quando sarebbe onere dell’amministrazione centrale supportare concretamente e garantire l’attività delle stesse istituzioni scolastiche.
Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, introduce il suo intervento con l’interrogativo: “Più politica o più tecnica la cultura dell’educare ad apprendere tra i banchi di scuola?”. Interrogativo importante suscitato dal mutato “teatro del fare e del saper fare”, in conseguenza di una tecnologia informatica che sta influenzando fortemente la relazione tra uomo e macchina, non più limitata e circoscritta al solo scambio di dati ma di vera e propria informazione, e quindi a tutti gli effetti di dati strutturati, non più prelevati e restituiti via cloud da un database ma consultati via via da uno o più cloud ed elaborati dallo stesso hardware. Dagli anni ’90 la cognizione e la metacognizione si inseguono nel precedersi l’un l’altra in quel processo che sta alla base della vita come fenomeno tanto misterioso quanto affascinante per ciò che il concetto di ‘vita’ sottende nel suo manifestarsi.
Vittorio Venuti, per Psicologia della Gestione, propone la seconda parte de “La motivazione, ingrediente base dell’apprendimento”, evidenziando come la motivazione sia sempre stata attinente al modo in cui l’apparato politico di governo dello Stato concepisca il sistema d’istruzione seguendo le interpretazioni ideologiche, e di parte, della cultura del tempo, più che non come corrispondenza alle esigenze degli alunni di essere educati, istruiti, formati. La questione aperta, dunque, è: come le motivazioni del sistema d’istruzione si raccordano con le motivazioni degli studenti? Il che lascerebbe presupporre che Il Ministero dell’Istruzione (oggi anche “del Merito”) elabori la propria progettualità considerando opportunamente la dimensione psico-emotiva degli alunni e la inserisca in un percorso istituzionale che sappia tenerne conto al fine di agevolarne funzionalmente l’espressione.
Stefania Cera, per I Casi della Scuola, sotto il titolo “Graduatoria ammessi al percorso ad indirizzo musicale e responsabilità del Dirigente Scolastico” espone il caso di un dirigente scolastico che riceve una diffida da parte di un genitore a seguito della valutazione di inidoneità del figlio da parte della Commissione chiedendone l’ammissione. Sulla base di quali considerazioni si deciderà se la diffida sarà da rigettare?
Gianluca Dradi, per La Scuola nella Giurisprudenza, argomenta su “Il divieto di nuocere al prestigio della Pubblica Amministrazione tra vecchio e nuovo codice di comportamento”, soffermandosi sulle attuali fonti del dovere di non ledere l’immagine dell’amministrazione, anzitutto ricordando che la Costituzione impone che le funzioni pubbliche siano svolte in modo da assicurare il buon andamento e l’imparzialità (art. 97), che i pubblici impiegati siano al servizio esclusivo della Nazione (art. 98) ed adempiano alle loro funzioni con “disciplina ed onore” (art. 54).
Valentino Donà, per Sportello Assicurativo, pone all’attenzione il caso di “Infortunio all’ingresso della scuola”, esponendo la vicenda di una nonna che, accompagnando la nipote a scuola, attraversando l’atrio d’ingresso inciampava contro il bordo della nicchia di incasso dello zerbino, in quel momento rimosso per essere pulito, e riportava la frattura dell’anca con conseguente intervento chirurgico. Qualche settimana dopo, il legale della Signora ha fatto richiesta di pagamento di tutte le spese e dell’invalidità residua. Seguono le precisazioni di merito. X